Nel motociclismo c’è stata unera in cui Davide poteva ancora battere Golia. Portandosi a casa 4 titoli mondiali. Ecco il film che racconta la storia di una piccola grande leggenda italiana, direttamente dalla voce dei suoi protagonisti.

In quanti conoscono la vera storia della Morbidelli? Da dove era nata quella ossessione per i motori che avrebbe portato un imprenditore locale a creare alcune tra le moto più veloci e performanti degli anni ’70? “Morbidelli, storia di uomini e di moto veloci” ci accompagna attraverso le tappe di unimpresa nel mondo dei motori che oggi avrebbe dellincredibile.

Nato nel 1934 a Pesaro, dove negli anni 50 aveva aperto una fabbrica di macchinari per il legno, Giancarlo Morbidelli ha iniziato a seguire la sua vera vocazione, quella per le moto, sul finire degli anni 60, quando dal retrobottega della sua azienda è uscito il primo prototipo da corsa che portava il suo nome sui motori e sulle carenature. Di lì sono iniziate le stagioni nel motomondiale, le sfide contro i colossi giapponesi e le ‘notti insonniche hanno portato alla realizzazione di prototipi che hanno scalato una per una tutte le classi dalla 50 alla 500, raccogliendo quattro allori mondiali con Paolo Pileri, Pier Paolo Bianchi e Mario Lega. Prima e dopo ci sono state inoltre le imprese di Alberto Ieva, campione italiano nel 1971, di Gilberto Parlotti, scomparso in un tragico incidente al Tourist Trophy mentre guidava la classifica iridata della 125, e di Graziano Rossi, che ha regalato alla squadra tre vittorie in 250 e l’esordio nella classe regina mostrando lo stesso estro del figlio Valentino, che molto dopo farà suoi 9 titoli mondiali.

Oggi, a 40 anni da quellavventura, la storia della Morbidelli viene ripercorsa nella voce dei meccanici, dei piloti e degli amici che hanno frequentato il reparto corse. Fra loro anche Eugenio Lazzarini, l’ingegner Jorg Moeller, Giancarlo Cecchini, Franco Dionigi, Fermino Fraternali e Luciano Battisti, oltre all’immancabile Giancarlo Morbidelli. Oltre venti le ore di girato delle interviste, alle quali si aggiungono i filmati d’epoca delle gare motociclistiche pesaresi degli anni Cinquanta, del Tourist Trophy del 1972 e delle tappe clou del motomondiale. Un racconto denso di ricordi personali, che ci proietta in un periodo in cui il motociclismo era uno sport fatto di eroi romantici che mischiavano talento e follia, sfidandosi su circuiti in cui la velocità era sinonimo di rischio e gli errori potevano finire in tragedia. Il film è un viaggio alle radici del motociclismo visto come parte integrante della cultura italiana, dalla quale sono emersi i piùgrandi fuoriclasse di questo sport: dal 15 volte campione del mondo Giacomo Agostini (che salì sul prototipo pesarese nel 1976), al nove volte iridato Valentino Rossi, il cui padre, Graziano, sfiorò il titolo mondiale nel 1979 proprio in sella a una Morbidelli.

Scrive Jeffrey Zani, regista del film: “Sono cresciuto in una famiglia di motociclisti. Romagnoli doc, di quelli a cui piace correre, battagliare, vincere. Gente che amava il fuoristrada, il fango, l’odore di miscela prima della partenza e il gusto del Sangiovese dopo la bandiera a scacchi. Il mio interesse per le moto viene dai racconti di mio padre, di mio nonno, mio zio. Li ho ascoltati per anni e anni. E quando pensavo di averli sentiti tutti, li sono andati a cercare altrove. Da altre persone. Da altri motociclisti. Il documentario Morbidelli – storie di uomini e di moto veloci nasce da questa necessità. E dal suo incontro con una delle mie vocazioni, il giornalismo. Avere la possibilitàdi incontrare Giancarlo Morbidelli e i membri della sua squadra corse, mettermi al tavolo con loro, discutere, soprattutto ascoltare, mi ha rimesso nei panni del ragazzino che pendeva dalle labbra dei suoi ‘vecchi’. A muovermi c’erano la voglia di ascoltare e la frenesia di chi vuole tramandare una storia. Tutto inizia e finisce lì. Loro ci mettono i contenuti. Io l’impegno. Voi metteteci gli occhi e le orecchie. Ascolterete storie che, mischiate al rombo dei motori, suoneranno come inni di passione.”