Scrive l’autorevole rivista statunitense Cycle World: “The Best Bar in America coglie alla perfezione l’essenza, la purezza e la semplicità del viaggiare in moto”.

The Best Bar in America è la produzione statunitense vincitrice al primo Motorcycle Film Festival di New York, preceduta nelle sale italiane da un intenso passaparola.

Sanders è uno scrittore in viaggio su una vecchia BMW R60/2 del 1960 con sidecar Velorex. Deve portare a termine un progetto che ha dell’impossibile: redigere una guida di tutti ma proprio tutti i bar dall’Arizona al Montana.

Nel suo peregrinare alcolico, il sidecar accoglie la vita e le storie di personaggi incontrati al bancone del bar, altri raccolti per strada, altri ancora lasciati: baristi dal grilletto facile, rapinatori maldestri, mogli fedifraghe, camionisti fanatici, motociclisti più o meno solidali.

Una storia di amicizia e strani incontri, sbronze e amore, camionisti fanatici e rapinatori maldestri, strade polverose, grandiosi paesaggi americani e bar dove sentirsi a casa, in bilico tra avventura, humour e saggezza biker.

Sulle orme degli insegnamenti di Hemingway, Jack Kerouac e del poeta Jim Harrison (che recita un minuscolo cameo nel film), Sanders compie un viaggio attraverso i propri fantasmi, verso una nuova autenticità.

Very low budget, grande stile. Girato con una troupe ristretta di amici, i costi maggiori del film sono stati quelli della benzina e, soprattutto, degli alcolici consumati nei 64 bar visitati lungo le 10.000 miglia del suo itinerario.

Definito un classic road movie for the modern age, The Best Bar in America è il film indipendente che ha messo d’accordo tutti i motociclisti, e ispirato tutti coloro che ancora non lo sono.